La Svizzera di Heidi non esiste più: da anni volevo andare sulla Top of Europe, con il trenino che si inerpica fin quasi sulla vetta dello Jungfrau. Spesso mi vedevo lassù in meditazione davanti al ghiacciaio dell’Aletsch, patrimonio dell’Unesco: lungo la bellezza di 22 km.

Quanto è bella la Svizzera

Mi stordiscono di gioia i silenzi e gli spazi aperti a perdita d’occhio. Ebbene, sono andata in Svizzera in vacanza per sei anni consecutivi nelle Alpi Bernesi, ad Adelboden, facendo trekking sullo Schilthorn – la vetta di James Bond – o a Engstligenalp, oppure attraversando boschi e passi per approdare a Kandersteg, o prendendo la cremagliera che conduce fino in cima al Niesen, pedalando in bici intorno al lago di Thun, oppure visitando il museo Klee di Berna, progettato da Renzo Piano.

Sognavo a occhi aperti

Ebbene, rimandavo quel viaggio sulla linea ferroviaria più alta d’Europa, sapendo che prima o poi avrei raggiunto quell’ambito paesaggio a quota 3475. Anno dopo anno lo pregustavo nei depliant, oppure sulle immagini di google. E mi fermavo sognante davanti ai disegni in rilievo che mostravano i percorsi del treno e le montagne che raggiungeva.

Lo so, non è che sia chissà quale impresa, ma oggi che ogni cosa sembra sempre a portata di mano, è importante vivere emozioni anche per ciò che si può raggiungere con facilità e che un tempo era impraticabile e impossibile.

Il treno è zeppo di asiatici

Ora sono proprio qui seduta su questo trenino storico, ma la Svizzera non è più quella di una volta, il silenzio è una chimera. Decine di famigliole di indiani e asiatici, rumorosi ancor più degli italiani tutte intorno. Non me lo sarei mai aspettato. 

Questa prodigiosa funicolare sta arrancando affianco alla parete nord dello Eiger, tanti sono morti nel tentativo di scalarlo. Una coppia di giovani indiani schiamazza, apre il finestrino, vuole fotografare ogni cosa. Siamo giunti a metà del percorso, si cambia trenino.

Sembra di essere in Tibet, sia per l‘imponenza del panorama, sia per i tratti somatici dei miei simpatici compagni di viaggio.

Mi ci sto abituando, mi affascina scoprire cose inconsuete. Senso di spaesamento, nonne indiane vestite in costumi tradizionali, adolescenti griffate che sembrano uscite da un college esclusivo, i genitori che tradiscono il recente passato di stenti.

Gli italiani morti per scavare le gallerie

Riprendiamo il viaggio, ora siamo proprio dentro la montagna, una galleria scavata a suon di morti, operai italiani hanno dato la vita per permettere ai turisti di arrivare qui un secolo esatto fa. “Tenera è la notte” di Fritzgerald è ambientata anche in questi luoghi. Quanti turisti nordamericani sono arrivati qui nel Novecento, oggi non ce n’è neanche uno a pagarlo oro.

In cima per godermi il silenzio del ghiacciaio

Ora ci siamo, in cima finalmente. Avvolti in una nuvola. Schiarite a tratti. Vorrei tanto godermi il silenzio, ma non è possibile. Anche Brigitte, la nostra guida è un po’ sconcertata, mi dice “Noi non abbiamo industrie in questa parte del Paese e dobbiamo vivere di turismo”.

Il ghiacciaio è lì ai nostri piedi in tutta la sua vastità. Curva a destra e poi sparisce. Vorrei camminare su questa panna montata. Percorrerlo tutto fino alla fine dell’universo. Sta arrivando un elicottero, scende una coppia di cinesi con il figlio, questi cinesi sono un po’ bricconi, mi verrebbe da dire. E lo dico. Già il treno è caro, figuriamoci l’elicottero. Di silenzio e di meditazione non se ne parla proprio, sembra di essere alla Vucciria, il mercato storico di Palermo. Ma non ero venuta qui a godermi la pace del ghiacciaio? Non c’è niente da fare. 

Il ristorante indiano sulla Top of Europe

C’è anche il ristorante self-service Bollywood, che sforna meravigliosi tandoori chicken e che sfama più di 1000 persone al giorno. Amo la cucina indiana, è una delle mie preferite, ma quassù proprio non c’azzecca, sono altre le atmosfere che dovrebbero accompagnare il Tikka Masala o il riso al curry.

Pensare che amici italiani, anche benestanti, con tanto di chalet in Svizzera, mi hanno confidato che non sono mai stati quassù, perché il prezzo del biglietto del trenino è un po’ caro. Invece ora frotte di asiatici, anche coreani, thailandesi, cinesi e giapponesi si avventurano in cima al ghiacciaio. Delusione? Direi di no, stupore è la parola giusta. Il mondo è sempre più upside down, sta cambiando velocemente. Ed è giusto sia così.

La mia avventura non è finita qui, tornata a casa ho fatto delle ricerche. È vero che i cittadini indiani stanno vivendo un boom economico, ma una presenza così massiccia di asiatici doveva aver una ragione profonda. L’ho trovata quella ragione.

Tutta colpa di Bollywood

Eccola qui: si deve proprio a Bollywood, l’industria cinematografica più grande del mondo. Raj Kapoor, il regista indiano, ha girato sulla cima dello Jungfrau nel 1964 una parte del film “Sangam”, che ha avuto un successo inaudito e mai visto prima.

Alcune scene avrebbero dovuto svolgersi nel Kashmir, ma proprio in quel periodo sono scoppiati dei conflitti armati. Così Kapoor ha scelto il Paese di Heidi.

La Svizzera ora è una meta prelibata per la nuova middle class indiana: tra i primi posti che visitano in Europa, c’è proprio lo Jungfrau. Nessuno me lo aveva mai detto, e non lo avevo mai letto da nessuna parte. Ecco perché il mio immaginario mi proponeva sterminati silenzi una volta arrivata ai piedi del ghiacciaio dell’Aletsch. Invece che chiassose famigliole indiane. Non è così per tutti i luoghi che ho citato all’inizio di questo mio racconto, lì la Svizzera di Heidi esiste ancora.

Da molti anni ho un altro desiderio che a volte si fa più pungente, a volte meno, andare in India e starci un po’. Anche lo Jungfrau era un mio chiodo fisso, oggi ho fatto tutte e due le cose insieme. Però ora mi viene un pensiero: chissà che, quando riuscirò finalmente ad essere davanti al Taj Mahal, non incontri centinaia di Svizzeri. Silenziosi.

Foto in apertura:

La stazione di Brig, la porta della Svizzera per chi arriva da Domodossola. Un manifesto pubblicitario che esalta i tesori svizzeri – dal formaggio alle montagne – e una famiglia indiana seduta ad aspettare il treno. Fossimo a Milano si penserebbe a degli immigrati. In Svizzera, nei pressi dello Jungfrau, invece, vanno tanti turisti indiani della middle-class. Un vero esodo dei nuovi ricchi.

Altre immagini

Un bambino turista, assonnato. In tutto il continente asiatico la popolazione è in aumento, altroché vecchia Europa

Un bambino in attesa di arrivare sul ghiacciaio dell’Aletsch, il più esteso d’Europa, patrimonio dell’Unesco

Una signora indiana in costume tradizionale e una donna europea che smanetta sullo smarthphone

Sul trenino per lo Jungfrau, il bambino più piccolo del treno che sta per arrivare per la prima volta a 4mila metri d’altezza

Un simpatico signore indiano si è messo in posa per me. Siamo alla stazione intermedia di Kleine Scheidegg. Non sembra di essere in Tibet?

Ristorante Bollywood sulla Top of Europe: alle pareti i manifesti dei film prodotti in India

Un altra foto del mitico ghiacciaio dell’Aletsch, da anni desideravo raggiungerlo, straordinario, ma il terrazzo della Top of Europe è rumoroso come piazza Navona. Non si riesce ad ascoltare il silenzio.

La Top of Europe, l’edificio dove arriva il trenino, che vigila sul ghiacciaio dell’Aletsch

Questo reportage è uscito su mentelocale nel 2012, nel frattempo sono andata in India, e non ho incontrato nessun svizzero, ma in compenso città tremendamente rumorose e ampi spazio naturali dove comanda il silenzio.

Per quando riguarda l’afflusso di indiani sulla Top of Europe mi hanno detto che è sempre così. Ho trovato anche questo giudizio un po’ infame su Tipadvisor postato l’anno scorso.

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